Le opere di Annafietta in Giordania in un simbolico ponte culturale fra Occidente e Oriente

Ravenna e Amman, Italia e Giordania. Città, paesi e culture diverse, oltre che lontane. Città che oggi si toccano e si connettono nel nome e nella tradizione del mosaico.

E così, nei giorni immediatamente successivi al Concerto per le Vie dell’Amicizia del Ravenna Festival con il Maestro Riccardo Muti, all’interno del teatro romano di Jerash in Giordania, Oriente e Occidente hanno continuato a tessere un legame sempre più forte con due mostre inaugurate entrambe alla Jordan National Gallery of Fine Arts, nella capitale Amman, sotto l’alto patronato di Sua altezza reale Wijdam Al Hashemi.

Un vero ponte di fratellanza attraverso l’arte e la cultura, iniziato con la musica e proseguito con il mosaico con due esposizioni di grande pregio. La prima da titolo “Con il mosaico, contemporaneità a Ravenna” curata da Sandro Malossini e la seconda “Invisible cities”, omaggio ai temi di Italo Calvino dell’edizione 2023 del Ravenna Festival.

La prima mostra racconta la storia del mosaico contemporaneo di Ravenna e vede esposte le opere di 23 artisti, fra i quali Marco Bravura, Takako Hirai, Suzanne Spahi, Marcello Landi, Verdiano Marzi, Luciana Notturni, Enzo Tinarelli, Verdiano Marzi.

“Invisible cities” propone undici opere musive originali ispirate a Calvino e trasposizioni in mosaico di dipinti di autori giordani ospiti dell’attuale collezione del museo di Amman, realizzate da cinque laboratori ravennati tra i quali Annafietta, ma anche Pixel Mosaici, Dimensione Mosaico, Barbara Liverani Studio e Koko Mosaico, oltre che da 4 laboratori giordani.

Le mostre, inaugurate alla presenza della Principessa di Giordania Basma Bint Ali, ma anche degli assessori ravennati Fabio Sbaraglia e Annagiulia Randi, resteranno allestite entrambe sino al 14 agosto alla Jordan National Gallery of Fine Arts e successivamente “Invisible cities” verrà riproposta a Ravenna in occasione della Biennale del Mosaico Contemporaneo in programma dal 14 ottobre 2023 fino a gennaio 2024. 

Quattro i manufatti realizzati nella bottega ravennate di Annafietta ed esposti nella mostra.

Per le opere ispirate ai quadri degli artisti giordani “Pentesilea” un pannello in mosaico liberamente tratto dal dipinto della principessa Wijdan Ali, artista, storica dell’arte, educatrice e diplomatica giordana. In questo caso i tratti del pennello si trasformano in serie di tessere di pasta vitrea che regalano effetti e riflessi nuovi reinterpretando il dipinto, rendendolo così vivo in una nuova visuale prospettica.

Il secondo manufatto a firma Annafietta è invece “Gerusalemme – Irene”. Irene è citata da Italo Calvino nel suo “Le città invisibili”: “Irene è la città che si vede a sporgersi dal ciglio dell’altipiano nell’ora che le luci s’accendono e per l’aria limpida si distingue laggiù in fondo la rosa dell’abitato”. E raccontando il legame fra Italia e Giordania il pannello in mosaico accompagna il visitatore in un nuovo viaggio. “La città per chi passa senza entrarci – scrive Calvino – è una e un’altra per chi ne è preso e non ne esce; una è la città in cui si arriva la prima volta, un’altra quella che si lascia per non tornare; ognuna merita un nome diverso; forse di Irene ho già parlato sotto altri nomi; forse non ho parlato che di Irene”.

Gli altri due pezzi realizzati nel laboratorio Annafietta e oggi esposti in Giordania sono i “Festoni”, accompagnati da una didascalia eloquente che recita “Forse questo giardino esiste solo all’ombra delle nostre palpebre abbassate”, una delle frasi più note fra quelle pronunciate da Marco Polo nel celebre libro di Calvino.

Uno onore per il laboratorio Annafietta far parte di un progetto così ampio a livello internazionale che rientra in un piano del Comune di Ravenna per la promozione di una rete internazionale di città che possono vantare un patrimonio musivo di grande valore, accomunate dalla volontà di garantire il massimo risalto alle rispettive bellezze culturali e artistiche.

Un sentito ringraziamento anche al Forum di cooperazione Italia-Giordania che, con Cna Ravenna e Ravenna Festival, oltre alla collaborazione dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, hanno creato l’occasione per una vetrina internazionale capace di unire Oriente e Occidente e di rinvigorire antichi legami di cultura, condivisione e bellezza.